NOTA INTRODUTTIVA
È risaputo, anche se non sempre adeguatamente riconosciuto, che i primi esperti delle problematiche delle disabilità sono i genitori. Questo documento ne costituisce un’ulteriore conferma.
Certamente c’è stata nella realizzazione del lavoro una collaborazione ed un contributo significativi da parte degli “addetti ai lavori” (ASL, uffici comunali e provinciali) ma a chiunque leggerà il testo non potrà sfuggire la competenza, la scientificità con cui l’autore, che è prima di tutto un papà ed un insegnante, ha affrontato l’argomento.
Argomento non facile non solo per la complessità della patologia ma anche per la varietà di approcci e metodologie d’intervento che negli ultimi anni sono state elaborate, sostenute - e talora si sono tra loro combattute - sulla scena mondiale.
Questo proliferare di proposte con il loro seguito di speranze, attese, talora illusioni, finisce per tradursi per i genitori e gli insegnanti in confusione e frustrazione.
Ben venga, quindi, un testo che nella sua brevità cerca di dare sul problema alcune indicazioni generali, chiare e scientificamente fondate.
Si tratta di un testo che riteniamo possa essere di particolare utilità per i docenti delle nostre scuole impegnati, spesso senza un’adeguata formazione di partenza, a confrontarsi con problematiche complesse che richiedono esperienza approfondita, competenze professionali e flessibilità d’intervento.
Il sistema scolastico italiano, pur offrendo occasioni importanti di socializzazione e di educazione alla tolleranza verso la diversità, ha difficoltà strutturali e strumentali che rendono di difficile realizzazione il diritto-dovere all’istruzione dei bambini e dei ragazzi diversamente abili.
Ciò è particolarmente vero quando si tratta di disturbi, come l’autismo ed i disturbi pervasivi dello sviluppo, per i quali la buona volontà di un inserimento senza strumenti didattici, organizzativi, strutturali specifici, non può bastare.
Risposte speciali non è uguale a segregazione come spesso si è pensato, al contrario la segregazione si crea quando nelle situazioni aperte, come la scuola, manca la padronanza di strategie educative specifiche rispondenti a bisogni educativi peculiari e individuali.
Compito degli Enti Locali è sostenere la progettualità delle scuole, contribuire a porre le condizioni per un’integrazione reale; le possibilità di riuscita sono molto collegate alla possibilità di un lavoro sinergico tra tutti i partner coinvolti nell’azione educativa.
Lo spirito collaborativo tra l’Associazione Angsa, le ASL., il Comune e la Provincia che ha caratterizzato la stesura e la produzione di questo testo ci sembrano un segnale positivo in questa direzione.
Santina Vinciguerra - Assessore al Sistema educativo e alle Politiche di Pari opportunità
Umberto D'Ottavio - Assessore all’Istruzione, Formazione Professionale ed Edilizia Scolastica